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L'avv. Duccio Jachia, espulso da ragazzo dal Ginnasio Manzoni di Milano a seguito delle leggi razziali, ci racconta la saga della sua famiglia costretta a spostarsi nel Veneto con documenti falsi; ci spiega cosa significasse vedere il proprio padre, l'avvocato antifascista Dino Jachia, prima privato della possibilità di esercitare la professione e poi rinchiuso nel Campo di internamento di Urbisaglia; ci rende partecipi della sua scelta consapevole di entrare nella Resistenza dopo l'8 settembre e dopo il nuovo arresto del padre, e del tenace sforzo per organizzarne l'evasione - in bicicletta - nel gennaio 1945. Un diario scritto allora e pubblicato 65 anni dopo, con rinnovato orgoglio, come monito perché non si ripetano le persecuzioni frutto di infamie giuridiche basate sul concetto di razza. In appendice i testi integrali delle leggi razziali promulgate dallo Stato italiano.